venerdì 24 gennaio 2014

(Opere non in vendita)

Antonio Marino nella critica di Raffaella Buccieri


Antonio Marino affida il proprio sentire alla comunicatività dei volti, dei gesti, degli sguardi rappresentati nelle sue opere, intrise di un’aura romantica, con le quali comunica il desiderio profondo di ricerca della semplicità nei piccoli gesti della vita quotidiana.
 L’abbraccio rassicurante della madre al suo bambino, il sorriso gioioso dell’infanzia serena e spensierata, i volti di uomini e donne colti nella loro naturalezza espressiva, disacerbano, così,  il senso di solitudine e omologazione del nostro tempo e recuperano il significato dell’unicità individuale.
L’artista ci fa riflettere sul recupero dei rapporti umani, della comunicazione positiva e della volontà  di un ritorno ad un’esistenza che sia nutrita dal nettare dell’armonia e dalla semplicità del vivere.
In questa società globalizzata in tutto e per tutto,  dove ogni cosa si produce in serie e dove spesso gli individui tendono ad emularsi vicendevolmente, ci si avvia sempre più ad essere immagine speculare di una  fredda e impersonale catena di montaggio, sempre più simile a quella che ci illustra Charlie Chaplin nella celeberrima pellicola “Tempi Moderni”.
 C’è bisogno di sentirsi nuovamente soggetto e non oggetto, attori protagonisti e non comparse sterili, rimettendo in moto l’interazione costruttiva in una società in cui a stento “ci si guarda in faccia”.
L’artista Marino ci richiama, dunque, proprio a questa sorta di missione comune, guidandoci ad una lettura artistica, che ci ponga dinnanzi agli occhi quello che spesso ci sfugge inesorabilmente, attraverso il genere della ritrattistica iperrealista e il recupero di concetto del bello in senso di forma data.
Le sue opere ci pongono dinnanzi dei volti “parlanti”, a delle gestualità esplicite, come fossero reali, in modo da incanalarci in una interazione intimistica che nasce con estrema naturalezza.
Ritratti come “esperanto in immagini”, in un linguaggio non verbale, universalmente riconosciuto.
Nella ricerca iperrealistica di Marino, non  bisogna ravvedere, dunque, la cura del particolare come mera esibizione di perizia tecnica, ma come sbocco innato di chi avvalendosi di grande sensibilità,  si ferma ad osservare e non semplicemente guardare, ad approfondire e non unicamente ad appurare, lungi da ermetismi e senza filtri.
In “Ritratto di bambino”, opera ad olio, egli rappresenta la serenità dell’infanzia e la spontanea genuinità del suo sorriso, richiamando il fruitore al recupero di questa dimensione del vivere come status ideale. Il sentimento dell’infanzia stessa rappresenta una dimensione particolare, che tutta l’umanità ha vissuto, ma di cui spesso sembra non avere memoria, come avesse i contorni  diafani di un onirica reminiscenza.
La fanciullezza racchiude sincerità, dolcezza, lealtà, spontaneità, purezza, dimensione della giocosità, guardare al  futuro con entusiasmo e speranza, capacità di tornare a sognare e immaginare. E sembra di vederlo di fronte a noi questo bambino ritratto dal nostro talentuoso artista, e sentire la sua voce e il suo ridere.
Prendono vita i suoi riccioli ribelli simbolo di vivacità, i suoi grandi occhi brillanti, la manina paffuta che si porta all’orecchio,  il visino volto verso chi lo osserva, facendo scaturire in maniera del tutto naturale il medesimo sorriso sul volto del fruitore.
L’infante ridente diviene così, summa di un’aspirazione di rinascita, di crescita positiva, di speranza nei tempi avvenire, del  recupero della poetica pascoliana de “il fanciullino”, e cioè di chi osserva con gli occhi puri e desiderosi di conoscere il mondo che lo circonda.
L’uso della pittura ad olio, prediletta da Marino, (che lavora abilmente anche con la china, la terracotta e argilla nelle opere scultoree, e la grafite su carta), conferisce al dipinto brillantezza e vivacità, lavorando sulle cromie, con precisione e cura di ogni piccola sfumatura. Il volto del bambino si rafforza nel suo essere, per uno sfondo che si può definire terroso e nudo, senza nessun orpello. Con questa scelta d’impostazione, probabilmente influenzato dai maestri del passato oggetto dei suoi studi (come Mattia Preti e Caravaggio), l’artista focalizza l’attenzione sul soggetto, non ponendo in evidenza, sullo sfondo nulla che potrebbe distogliere l’attenzione e facendo risaltare l’aspetto profondo dalla rappresentazione anche attraverso l’uso delle luci e delle ombre. L’opera, inoltre, è giocata, nei colori, sui rosati della carnagione, nella felpa indossata del bambino, sui toni del blu intenso, quasi tendente al nero, e dell’azzurro,  modulato in tonalità differenti nelle ombreggiature e del bianco posto centralmente come una sorta di punto luce.  I colori della tavolozza qui utilizzata da Marino si alternano in maniera equilibrata senza sopraffarsi. L’ accuratezza nell’atto di dipingere, rivela una preparazione tecnica potenziata da studi specifici che fa di Antonio Marino un artista a tutto tondo. La base del disegno ne è dimostrazione, e rappresenta anche continuità con la tradizione, che spesso, nell’arte contemporanea, si disperde. La ricerca della forma data come tale,  lungi da interpretazioni troppo chiuse, rafforza nelle sue opere la funzione sociale dell’arte, il suo essere comunicazione e mai fine a se stessa e quindi, la destinazione ad un pubblico eterogeneo. Dunque, si può descrivere questo artista come conciliatore ideale di tradizione e modernità, attraverso la canonicità della tecnica utilizzata  e una sensibilità  che riflette i temi di discussione della contemporaneità.
Dott.ssa Raffaella Buccieri

sabato 28 dicembre 2013

Opere

autoritratto di famiglia


studio di volti infantili (Opere non in vendita)
regalo alla figlia di un amica
omaggio a Papa Francesco (Opere non in vendita)

studio di volti infantili
studio di volti infantili (Opere non in vendita)
il silenzio dell'Angelo (Opere non in vendita)
omaggio a Santo Giovanni Paolo II (Opere non in vendita)

studio in bassorilievo (Opere non in vendita)
(Opere non in vendita)

(Opere non in vendita)
(Opere non in vendita)
omaggio a madre Teresa opera donata in beneficenza

studio incisione su vetro (Opere non in vendita)
regalo al grande Fulvio Terzi (Opere non in vendita)


collezione privata (Opere non in vendita)
studio di volti infantili (Opere non in vendita)
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studio di volti infantili (Opere non in vendita)
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my son (Opere non in vendita)
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